Barter Trading

Il futuro nella storia

La valuta complementare come strumento di rilancio dell’economia

Il baratto o barter- trading è una pratica commerciale svolta 
fra imprese per lo scambio multilaterale di beni o servizi.

Barter Trading o valuta complementare basata sullo scambio di merci in compensazione è una forma di business che ha la caratteristica di mettere tutti d’accordo. Le imprese aderenti al circuito acquistano beni o servizi assumendo un debito che compensano successivamente con la vendita di beni e servizi propri.

Lo scopo è far sì che aziende e liberi professionisti SI SOSTENGANO RECIPROCAMENTE A TASSO ZERO!

Soluzioni:

​◦​risparmio di liquidità 

​◦​aumento del potere di acquisto 

​◦​risparmio di costi di finanziamento 

​◦​aumento delle vendite

Più che un’alternativa è un’opportunità che ristabilisce il giusto equilibrio tra creditori e debitori attraverso un modello economico etico e solidale indirizzato ogni giorno di più verso il mobile payment.

Grazie al barter trading si assiste al ritorno all’economia reale riportando l’imprenditoria alla dimensione che merita. 

Il credit crunch (stretta del credito o monetaria che generalmente ne comporta una riduzione di disponibilità di prestiti, un aumento delle garanzie richieste per ottenerli, nonché un aumento dei tassi di interesse) è di certo all’origine della messa in discussione della funzione della moneta ufficiale come mezzo di scambio, con conseguente permanere della difficoltà di accesso al credito da parte soprattutto delle piccole e medie imprese.

L’obbligazione che sorge dallo scambio effettuato con le monete complementari non è considerata un’obbligazione pecuniaria, ovvero un debito di una somma di denaro con tanto di interessi da pagare, ma una prestazione di dare o di fare che verrà definita solo successivamente al momento dell’impiego della moneta al prossimo acquisto all’interno della comunità.

Le monete complementari, dunque, non si propongono come alternative alla moneta vigente, né come esterne al mercato. Esse si inseriscono piuttosto all’interno del sistema economico e lo completano – da qui deriva anche il termine “complementare” -, in quanto soddisfano anche quella fetta di mercato composta da operatori economici privi di liquidità.

Queste valute circolano all’interno di un network, un circuito messo in atto al solo scopo d’invogliare gli associati a investire in attività produttive locali anziché accumulare denaro, incoraggiando così la produzione di beni e servizi.

Circolando, la valuta parallela stimola la domanda e favorisce la crescita delle PMI della zona senza il rischio di generare inflazione, quindi preservando il potere di spesa di individui e aziende. 

La moneta complementare rafforza la solidarietà tra i diversi soggetti economici che operano sullo stesso territorio, creando un circuito di compensazione volontario basato sul concetto di collaborazione in cui tutti i soggetti coinvolti si impegnano a farsi credito reciprocamente. 

Infatti la moneta complementare funziona alla stessa stregua di un “pagherò”, una promessa di pagamento posticipato ma del tutto priva di interessi passivi.

Un esempio:

Supponiamo che un’impresa abbia la capacità di produrre un certo bene per un’altra, ma sia sprovvista della liquidità necessaria per acquistare dal fornitore le materie prime necessarie ad avviarla. Se le tre realtà (fornitore, produttore e acquirente) facessero parte di un sistema di compensazione, potrebbero scambiarsi tra loro materie prime, prodotti e servizi attraverso la concessione reciproca di crediti. 

Le realtà del manufacturing potrebbero acquistare pagando con la propria capacità produttiva inutilizzata (tempo-macchina, eccessi di produzione invenduti…) senza sostenere alcun esborso. 

Il funzionamento e i vantaggi

Le monete complementari vengono utilizzate come strumento di pagamento e come unità di conto all’interno di un sistema di baratto intercorrente tra una pluralità di operatori economici aderenti ad un determinato circuito. Per questi motivi il sistema delle monete complementari rientra a livello normativo nella figura del contratto di permuta (disciplinato dall’art. 1552 Codice Civile), ovvero quel rapporto che consiste nello scambio reciproco di cose tra due parti, conosciuto appunto, più semplicemente, come baratto.

Gli operatori economici aderenti, dunque, vendono all’interno della comunità di scambio i beni e servizi che sono in grado di produrre nell’esercizio della loro attività economica e si fanno pagare dagli acquirenti in moneta complementare. 
Tale operazione viene poi registrata sulla piattaforma informatica personale dell’operatore economico come un credito: in questo modo, infatti, l’operatore acquista un credito spendibile all’interno della comunità pari all’ammontare del valore del bene o del servizio offerto, che potrà poi utilizzare per acquistare a sua volta beni e servizi presso un altro aderente ad un circuito.

Il vantaggio di tale sistema consiste nel fatto che le imprese possono sfruttare la loro capacità produttiva (= liquidità potenziale) acquistando beni e servizi di cui hanno bisogno anche in mancanza di liquidità, senza dover ricorrere a rateizzazioni o a prestiti, che a loro volta possono generare interessi.

Inoltre, rispetto alla permuta bilaterale, consente di effettuare delle transazioni economiche non direttamente con la controparte dello scambio – la cui prestazione potrebbe non direttamente tornare utile – ma, proprio grazie all’impiego della moneta complementare, consente di scambiare con qualsiasi aderente al circuito che meglio possa soddisfare i propri bisogni.

Conclusione

Per questi motivi, le monete complementari potrebbero astrattamente costituire una soluzione alla mancanza di liquidità in cui spesso le imprese commerciali possono venire a trovarsi nell’esercizio della loro attività economica, poiché consentono l’acquisto di beni e servizi senza l’utilizzo della moneta e sfruttando semplicemente la propria capacità produttiva.

Infatti le monete complementari, quando ben regolamentate, portano vantaggi alle imprese (in termini di minor assorbimento di capitale circolante), ai consumatori (in termini di maggior potere di acquisto), alle amministrazioni locali (in termini di rilancio dell’attività economica delle filiere territoriale) e alle stesse banche.

Per le PMI si sviluppa un vero e proprio canale di vendita aggiuntivo che assicura un’importante “boccata di ossigeno”. 

I benefici di questo strumento sono evidenti “a cascata” su tutta la comunità di riferimento, perché grazie alle valute parallele è possibile promuovere una coscienza civica improntata a valori di collaborazione e aiuto reciproco, consumo etico e a KM zero (acquisti in attività locali e non nei centri commerciali!) contribuendo anche a raggiungere obiettivi di maggior tutela sociale (sicurezza) e ambientale.

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