Ma le monete sono tutte uguali?

Sento spesso parlare le persone di moneta ma sono poche, veramente poche, quelle che ne conoscono le molteplici differenze nonché utilizzi ed utilità.

Per esempio siamo certi di conoscere la differenza tra quelle alternative e quelle complementari?

In primis le monete alternative hanno una caratteristica principale: l’emissione della moneta. Infatti vengono generate attraverso un’attività denominata, in gergo tecnico, mining (dall’inglese to mine, che tradotto significa “estrarre”) cioè processo di condivisione della potenza di calcolo degli hardware dei partecipanti alla rete.

In secundis è possibile scambiare queste monete con quelle ufficiali il che le sottopone al rischio del tasso di cambio, con conseguente possibilità di speculazioni finanziarie derivanti dalle variazioni di prezzo a seguito di acquisto o vendita delle stesse sul mercato.

In tertiis il loro valore dipende esclusivamente dal tasso di cambio attribuito loro da un’altra moneta.

In quartis vengono definite alternative perché si presentano come tali rispetto alla moneta ufficiale dato che mettono direttamente in contatto tra loro uno o più soggetti senza l’intervento di un intermediario quale, ad esempio, la banca.
Questo aspetto è vero che abbatte i costi delle transazioni ma, garantendo l’anonimato, induce le parti ad effettuare i pagamenti sul dark web alimentando, di conseguenza, l’illegalità.

Diversamente le monete complementari non possono essere scambiate con quelle ufficiali ma, anzi, le completano (come suggerisce il termine stesso). Questo garantisce lo scambio commerciale in maniera trasparente, evitando speculazioni e sviluppando il territorio in modo sano e proficuo per tutti gli operatori.

Altro aspetto fondamentale è dato dal fatto che non si generano interessi di alcuna natura, né attivi né passivi, perché l’obbligazione che sorge tra le parti interessate nello scambio non è di natura pecuniaria quanto, piuttosto, di prestazione di dare o di fare.

A livello normativo rientra nella figura del contratto di permuta (art. 1552 del Cod. Civ.) il quale consiste nel reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un soggetto ad un altro.

Va sottolineato, quindi, che le monete complementari completano il sistema economico favorendo lo sviluppo del territorio nonché l’aumento del fatturato delle aziende aderenti prive di liquidità prima dell’utilizzo di tale moneta.

In conclusione, il vecchio concetto di baratto, grazie alle monete complementari, ha assunto una nuova dimensione in chiave moderna garantendo agli operatori economici lo scambio del proprio valore in beni o servizi di cui necessitano anche in mancanza di liquidità aumentando, così, la loro capacità produttiva senza quindi doversi indebitare chiedendo un prestito a banche o finanziarie.

Che sia l’inizio di un reale cambiamento equo e solidale?

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