Il filosofo e scrittore Francesco, Julien Benda, come pochi anni fa sottolineò il compianto scrittore e sceneggiatore Andrea Camilleri durante una sua intervista, disse: “che le vostre risposte siano sì o no, e non cercate di spiegare il sì o il no perché ogni spiegazione è già un compromesso”.
Ritengo ci sia molto poco da aggiungere a questa frase (anche perché parliamo di pietre miliari della filosofia e delle letteratura!) che, d’altronde, non posso far altro che condividere in pieno.
In passato sono state diverse le finte occasioni e le false opportunità che mi hanno distratto dal portare avanti i miei progetti. Infatti, si sono conclusi tutti con un nulla di fatto (nella migliore delle ipotesi…). Ancora oggi subisco gli strascichi di un’ingenuità fanciullesca dettati dal non aver mai messo il punto dove era necessario fosse messo.
Oggi basta con i compromessi, con le collaborazioni che percepisco non porteranno mai a nulla, con le amicizie di “comodo”, con i se e con i ma: o sì o no!
È facile? Ovviamente no (appunto!).
Rispondere di no, spesso, ci libera da potenziali future situazioni scomode che potrebbero, addirittura, farci passare dalla parte del torto oltre a non farci perdere il focus sulle nostre priorità.
Rispondere di sì, ugualmente, se non accompagnato da fatti e gesti reali e dimostrabili, se non detto, quindi, con cognizione di causa, potrebbe far più male che bene alla persona che lo riceve con conseguenti giustificate mancanza di fiducia e di credibilità riguardo la nostra persona.
Ma soprattutto mai e poi mai dobbiamo spiegare la nostra risposta. Anch’essa equivale ad una scelta e, come tale, va rispettata.
E tu oggi propendi più per il sì o per il no?