C’è il “grazie” che dico quando qualcuno preme i tasti giusti, dicendo esattamente la cosa che voglio sentirmi dire in quello specifico momento.
È sentito, sicuramente, perché deriva da un mero piacere egoistico che nulla ha a che vedere con lo scambio qualitativo tra le parti.
E poi c’è il “grazie” che cura ogni cosa, quello vero, quello spontaneo, quello di considerazione. Questo è il ringraziamento che riconosce l’altro, il suo sforzo, la sua gentilezza, la sua importante presenza.
Questo ringraziamento non ha nulla a che fare con il fatto che sia proprio quello che desideravi, quanto piuttosto con il potere della pura connessione tra due persone.
In ambo i casi un bel “grazie” non dispiace e non offende mai.
E tu dici spesso “grazie”?