Più acquistiamo oggetti, spesso inutili, e più desideriamo acquistarne.

Più non possiamo permetterci un bene o un servizio e più spendiamo per ottenerlo nonostante il conto sia già in rosso.

Spesso fare shopping pare essere l’unica valida soluzione alla nostra depressione interiore.

Sembra che la gentilezza sia direttamente proporzionale al nostro conto corrente. Più stiamo bene economicamente, più la doniamo.

È una fredda giornata di pioggia, la nostra mente ha vissuto periodi migliori, abbiamo discusso sul lavoro, sembra nessuno ci capisca, le banche pretendono che rientriamo dei nostri debiti, le scadenze aumentano ogni giorno di più, il mondo sembra caderci addosso da un momento all’altro…

Siamo proprio sicuri che ogni nostra necessità debba essere risolta e che il nostro potenziale debba essere al massimo prima di poter manifestare la nostra gentilezza al prossimo?

Abbiamo realmente bisogno di più risorse prima di poter donare parte dei nostri averi, materiali e non?

Dare una mano agli altri abbisogna realmente del nostro optimum fisico, mentale ed economico prima di trovare il suo posto nel mondo?

E se fosse vero il contrario? La gentilezza manifesta e manifestata pone le basi per tutto il resto.

Investire il nostro tempo nell’estensione di noi stessi sposta il resto delle esigenze nella giusta direzione del viaggio intrapreso per la crescita comune.

La gentilezza premia anche e soprattutto chi sa donarla.

E tu oggi con chi sarai gentile?

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