Nel panorama della psicologia del XX secolo, il nome di Bluma Zeigarnik è legato a una scoperta che ha avuto un impatto duraturo sullo studio dei processi cognitivi e della memoria. Con il suo noto “Effetto Zeigarnik”, la psicologa russa ha messo in luce fenomeni psicologici che continuano a influenzare la ricerca psicologica e la vita quotidiana. Ma chi era Bluma Zeigarnik e come arrivò alla formulazione di questa importante teoria? In questo articolo, ripercorreremo la sua vita e il suo contributo, esplorando l’importanza della sua scoperta.
Chi era Bluma Zeigarnik?
Bluma Zeigarnik nacque nel 1900 a Prienai, in Lituania. Dopo aver completato gli studi in filosofia, si orientò verso la psicologia, seguendo una carriera accademica che la portò a lavorare con alcuni dei più grandi esperti di psicologia dell’epoca. Tra questi, uno dei suoi principali riferimenti fu Kurt Lewin, uno dei fondatori della psicologia della Gestalt e noto per i suoi studi sul comportamento umano.
Zeigarnik iniziò a collaborare con Lewin negli anni ’20, un periodo di fermento per la psicologia, soprattutto in relazione agli studi sulla percezione e la memoria. Fu proprio lavorando a stretto contatto con Lewin che Bluma iniziò a sviluppare quella che sarebbe diventata la sua teoria più famosa.
La scoperta dell’“Effetto Zeigarnik”
Il celebre “Effetto Zeigarnik” prende il nome dalla psicologa russa e si riferisce a un fenomeno osservato per la prima volta nel 1927. Bluma Zeigarnik condusse un esperimento durante il quale i partecipanti dovevano svolgere una serie di compiti semplici, ma venivano interrotti prima di completare alcuni di essi. La scoperta sorprendente fu che i partecipanti ricordavano molto meglio i compiti incompleti rispetto a quelli portati a termine. Questo fenomeno suggeriva che la mente umana tende a concentrarsi maggiormente su ciò che non è stato completato, mantenendo un “focus” sulle attività interrotte, mentre i compiti completati venivano dimenticati più facilmente.
La spiegazione che Zeigarnik avanzò era che la mente umana percepisce un’attività incompleta come una “tensione” che deve essere risolta. In altre parole, gli oggetti cognitivi non conclusi rimangono “attivi” nella mente, alimentando il desiderio di chiudere il ciclo attraverso il completamento del compito. Questo fenomeno è legato alla teoria della motivazione e della cognizione, un concetto che fu particolarmente innovativo per l’epoca.
L’influenza e le implicazioni dell’“Effetto Zeigarnik”
L’“Effetto Zeigarnik” ha avuto un impatto importante sia nel campo della psicologia che in altre discipline. È stato uno degli studi precursori nel campo delle neuroscienze e della psicologia cognitiva, poiché suggerisce che la mente ha un meccanismo di gestione dell’attenzione e della memoria che reagisce in modo più intenso agli stimoli incompleti. Questo concetto è stato successivamente sviluppato da molti altri ricercatori e psicologi, influenzando teorie come quella della “motivazione intrinseca” e della “cognizione situazionale”.
Nel campo della vita quotidiana, l’effetto è facilmente riconoscibile. Pensate a quando vi interrompono mentre state svolgendo un’attività, o quando vi accorgete che non riuscite a smettere di pensare a qualcosa che avete lasciato incompleto. Questo tipo di esperienza, in cui l’attenzione viene attirata dai compiti in sospeso, è una manifestazione diretta dell’effetto descritto dalla Zeigarnik.
Inoltre, l’effetto ha avuto anche implicazioni nel marketing e nel design dei media. Le pubblicità che lasciano una storia incompleta o i cliffhanger nelle serie televisive sfruttano l’effetto Zeigarnik per mantenere l’interesse e incentivare la continuità del coinvolgimento.
Il lascito di Bluma Zeigarnik
Bluma Zeigarnik continuò a lavorare nel campo della psicologia fino alla sua morte, avvenuta nel 1988. Anche se la sua ricerca non era ampiamente conosciuta all’inizio della sua carriera, oggi il suo lavoro è riconosciuto come fondamentale nel campo della psicologia cognitiva e della psicologia della memoria. L’“Effetto Zeigarnik” ha avuto una lunga vita, ispirando numerosi studi, ricerche e applicazioni pratiche. La sua teoria non è solo un aspetto della memoria, ma anche della motivazione e del comportamento umano.
In conclusione, Bluma Zeigarnik è una delle figure di spicco nel panorama della psicologia, non solo per la scoperta dell’effetto che porta il suo nome, ma anche per il modo in cui il suo lavoro ha influito sulla comprensione dei meccanismi cognitivi che governano la mente umana. Il suo contributo ha permesso di ampliare le nostre conoscenze sulla memoria, sulla motivazione e sulla percezione, e oggi possiamo apprezzare il suo lavoro, che continua a essere di grande rilevanza in vari campi di studio.